lunedì 13 agosto 2012

Quando l’Inghilterra celebra il meglio di sé


Hanno preso caterve di medaglie, hanno vinto in discipline in cui pareva impossibile vincere, ma alla fine, quello che resta è il vero prodotto d’esportazione britannico. E non è il football, non sono le auto da corsa né la Casa Reale; ma è la musica: Pop e Rock per celebrare la chiusura della terza Olimpiade britannica e la Gran Bretagna tutta. E se qualcosa già si era intuito all’apertura - Arctic Monkeys, qualche medley un po’ sintetico, un gigioneggiante McCartney - questa chiusura celebra senza mezze misure e con sbandierato orgoglio il sound e la creatività, passata e presente, del “Made in Britain”.
E pazienza se c’era George Michael e non Robert Plant; pazienza (se potete…) se non c’erano gli Stones ma i One Direction, pazienza se a tratti sembrava di essere persi tra il dance floor dei teenagers e la passerella: viviamo nell'Era di Youtube e X-Factor... Ma chissà che questa cerimonia non dia un piccolo contributo a fare di certa musica un Classico nel vero senso della parola, sotto l’aspetto più ampio e culturale, riconoscibile ovunque, a spezzare finalmente la perenne segregazione tra musica “popolare” e musica “colta”, sdoganando non tanto il sound, quanto il “concetto”. La musica Rock (e Pop) con dignità di Arte autonoma e non solo di intrattenimento.
L’Isola è veramente piena di rumori!
E magari, alla fine, non sono solo canzonette...


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