martedì 6 novembre 2012

The Black Angels - Passover


Nascosto dentro un’integerrima copertina di derivazione Op-Art, sta un gruppo che si maschera dei facili costumi da rocker alternativi come Black Keys o Black Mountain (però basto con ‘sto nero ragazzi!), ma è invece composto da Discepoli della più scura psichedelia warholiana trapiantata nel reazionario Texas che rinchiuse Roky Erickson in manicomio. Una batterista che si crede Moe Tucker, un cantante capace di evocare spettri morrisoniani e, ovunque, bordoni di chitarre distorte. 
I Black Angels di Passover concedono poco al divertimento e pretendono l’ipnosi negli ascoltatori di trance spiraliformi come The First Vietnamese War o The Prodigal Sun, di raga multicolori come Manipulation e dell’obbligatoria (ma alla fine noiosa) epica di Call To Arms, diciotto minuti di Sister Ray per adolescenti. In verità è The Sniper At The Gates Of Heaven, giochi di parole a parte, che da sola può risvegliare un intero esercito di zombi. 
Un ascolto utile; per non starci sempre a raccontare che la musica degli anni ’60, alla fine, era un’altra cosa.

The Black Angels - Passover (Light In The Attic - LITA 018) 2006


3 commenti:

Lucien ha detto...

Li ho visti nel 2009 poco dopo l'uscita di "Directions to See a Ghost". Bel disco!
Dal vivo non mi hanno entusiasmato, mi sembravano un po' scarichi.

Unknown ha detto...

Live li ho visti solo su DVD e devo dire che in studio rendono maggiormente; le loro sono canzoni apparentemente semplici ma fatte di tanti piccoli trucchi forse difficili da replicare bene dal vivo.

allelimo ha detto...

Niente male, questo disco me l'ero perso.
Una specie di Spacemen 3/Loop virati USA.
A tratti il cantante è un pelino imbarazzante nel voler imitare Jim Morrison, ma nel complesso il disco è più che ascoltabile.

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