giovedì 10 gennaio 2013

John Cale e l’Evo Moderno



Un’ intervista assai simile a quella, già qui riproposta, a Noel Gallagher. Caso vuole che sia pure lo stesso quotidiano (Repubblica) e la stessa giornata (domenica) ma diverso artista, John Cale, personaggio di spessore e contenuti notevoli.
Cale si concentra più sul contesto della sua epoca che non sulle qualità intrinseche delle generazioni a confronto. E, soprattutto, non c’è nessuna paura della tecnologia. Anzi, quasi il rimpianto di non averne potuto usufruire a pieno in passato.

“In realtà volevamo soltanto suonare la musica che ci piaceva ma c'era davvero uno spazio enorme, in quegli anni, per la sperimentazione e l’improvvisazione in ambito artistico. E un’attitudine che ho poi mantenuto anche nella carriera da solista.
Andy aveva veramente compreso il valore della comunicazione nell’arte, ma si era spirito oltre fino a infrangerne le regole, per esempio proiettando immagini e filmati sui nostri corpi, mentre suonavamo durante le sue performance. Non so immaginare che cosa sarebbe riuscito a creare  avendo a disposizione un iPhone o  YouTube, ma credo che la magia di quel periodo fosse proprio legata al fatto di avere dei limiti da superare. Oggi, a distanza di anni, riesco a sperimentare ancora di più, perché sono direttamente responsabile di tutto quello che faccio, mentre una volta dovevo aspettare il riscontro degli altri”

Repubblica - Domenica 6-01-2013

Una sola riflessione, e un quesito.
Smartphone, Youtube, SoundCloud, Social Network sono tecnologie che hanno marcato-stanno marcando così indelebilmente questa epoca, scavando col passato un solco tanto profondo, che viene il dubbio che manchi una controparte artistica in grado di sfruttare a pieno queste potenzialità, piegandole alle proprie esigenze, per marcare a sua volta questi tempi. Se l’arte ha il compito di creare cultura, ha di fronte una molteplicità spaventosa di canali, magari frammentati, forse parziali, certamente effimeri, ma che aspettano di essere strapazzati da un Cale o da un Warhol… che in realtà, da qualche parte, probabilmente già esistono.
E se allora fosse solo il pubblico ad essere meno curioso e non gli artisti meno audaci?

1 commento:

allelimo ha detto...

Togli pure il punto di domanda dall'ultima frase.

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